arTravaj
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immaginazione e impegno
rete informale di collaborazioni
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Immaginazione e Impegno

Immaginazione e impegno

 

"Chi regala le ore agli altri vive in eterno" (Alda Merini)

arTravaj è una rete informale di collaborazioni dal basso operante in Italia a cui partecipano artisti, tecnici, creativi e persone con esperienze e competenze alquanto diverse.

La rete opera per ideare, proporre e realizzare progetti a favore della comunità unendo arte, cultura, promozione sociale, lavoro, tecnologia e innovazione.
Lo scopo della rete è promuovere la ricerca e l’innovazione per proporre e applicare soluzioni a misura di una migliore qualità della vita, della società e delle prospettive future della comunità intesa nel suo senso più ampio.
Il principale obiettivo della rete è interpretare creativamente la frase "Esigenze infinite, risorse finite" mettendo alla base la ricerca e il sociale per creare occasioni di risparmio e di autonomia, di evoluzione e di innovazione, di inventiva e di utilità. L'interpretazione di arTravaj porta così a privilegiare dapprima  il raggiungimento dell’efficacia (fare le cose giuste) e solo in seguito il consolidamento dell’efficienza (fare le cose velocemente); questa interpretazione è applicata anche ai rapporti tra i diversi soggetti che collaborano dentro, e fuori, la rete: fare la cosa giusta è spesso percorrere insieme ad altri sentieri evolutivi complessi e dai tempi lunghi, se non indefiniti, ma che, proprio dall'esplorazione di tali complessità, possono far nascere soluzioni efficienti, innovative, non vincolanti e rispettose dei valori di ognuno dei soggetti coinvolti.

Alla base della costituzione della rete e del suo evolversi c'è la volontà di operare con immaginazione e impegno per creare nuove opportunità ed abbattere le barriere che sempre più confinano le persone in micro-ambienti caratterizzati da un'alta impermeabilità al resto della comunità e da un forte ripiegamento verso interessi esclusivamente consumistici e speculativi.

I progetti su cui opera arTravaj spaziano dall'automazione informatica e domotica a favore delle persone con abilità diverse alla creazione di strumenti informatici di facile uso per l'associazionismo e il volontariato.

Il progetto Non SARA Un'Avventura è un buon esempio di come la rete crea nuove opportunità di vario genere dispiegando il proprio operare attraverso la scelta di non dotarsi di proprie organizzazioni e strutture interne. La rete si mette invece a disposizione di terze parti cosi da poter essere un ulteriore fattore positivo per la riformulazione creativa dei problemi e l'ideazione di soluzioni meno vincolanti.
Non SARA Un'Avventura è un progetto di supporto all'inserimento lavorativo di una persona con disabilità (importanti compromissioni motorie e ipovisione) per la quale si ideano e realizzano sia strumenti informatici e domotici di ausilio alla vita lavorativa e quotidiana, sia percorsi ed azioni la mettono al centro, anche come lavoratrice, per trasformare la sua disabilità in un contributo prezioso tramite cui recepire la disabilità stessa come un particolare dominio per il quale la persona con disabilità stessa svolge il ruolo di esperto del dominio stesso. Il soddisfare le esigenze della persona con disabilità diviene così l'occasione di esplorare la complessità del suo mondo, un mondo che - come affermarono alcuni docenti del Master di Teatro Sociale dell'Università di Torino quando incontrarono Sara a un convegno - potrebbe regalarci una drammaturga, una drammaturga che però non sa né leggere né scrivere perché la scarsa, se non nulla, attenzione all'uso delle nuove tecnologie negli anni passati ha impedito l'introduzione e l'uso continuo e costante di ausili nelle scuole di ogni ordine e grado, quasi trasformando il concetto di inserimento e supporto in quello di mera assistenza.
arTravaj nasce anche per colmare questo abisso, l'abisso di un'Italia in cui solidarietà, creatività, inventiva, impegno e volontà sono sempre presenti, ma ormai da troppo tempo lontani dal poter contribuire ad applicare quei valori che, in tempi neanche molto lontani, hanno permesso al Nostro Paese di uscire da disastri di ogni sorta.

 

Creare nuove opportunità

Creare nuove opportunità

 

“È un peccato il non fare niente col pretesto che non possiamo fare tutto” (Winston Churchill)

arTravaj pone al centro delle sue azioni il creare nuove opportunità, sia per chi partecipa attivamente all'ideazione e alla realizzazione dei progetti coinvolgenti arTravaj, sia per altre persone e realtà.

Le opportunità create da arTravaj hanno lo scopo di ricercare nuove forme di collaborazione tra soggetti diversi per unire competenze, conoscenze, saper fare ed esperienze diverse a favore della comunità intesa nel suo senso più ampio.

Il progetto NextIsNow è un buon esempio di come la rete riesce ad organizzare e a proporre progetti che hanno lo scopo di ideare e realizzare prodotti di sicura utilità per l'associazionismo e il volontariato impiegando risorse contenute grazie ad una più agile visione ed applicazione dei principi di gestione dei progetti informatici.

 

Collaborare con arTravaj

Collaborare

 

"È una delle più belle compensazioni della vita, che nessuno possa sinceramente cercare di aiutare un'altra persona senza aiutare se stesso" (Ralph Waldo Emerson)

arTravaj è aperta alle collaborazioni di chiunque voglia percorrere con essa il suo cammino, fosse anche solo per qualche passo.

Laboratori e compagnie integrate di teatro sociale, associazioni culturali, volontari di diverse associazioni, esperti di domotica e di informatica ed aziende dell'ICT (tra cui ZeroB che ha conferito a arTravaj importanti progetti, attività e strumenti nel campo del supporto alle abilità diverse) hanno collaborato e collaborano con arTravaj per ideare e realizzare progetti in cui alla ricerca si è sempre unito l'abbattersi delle barriere artificiose che separano la comunità in tante piccole nicchie isolate.

Chi vuole conoscere, avvicinarsi o collaborare a questi percorsi progettuali troverà in arTravaj la massima disponibilità e apertura ad ogni tipo di apporto per riuscire a rendere decisivi, proficui e ripaganti i passi compiuti insieme.

 

Contatti

ContattiarTravaj può essere contattata scrivendo un'e-mail a info(at)arTravaj.it.

 

MOPLA arTravaj MObile PLAyer

MOPLA - arTravaj Mobile Player

 

"È buon pensiero che quando aspiri a grandi cose bisogna curare le piccole" (Dionisio)

arTravaj contribuisce all'ideazione, alla progettazione e alla divulgazione del lettore audio per computer palmari MOPLA.

Introduzione

Le prestazioni e le capacità degli attuali computer palmari (processori potenti, capacità di memorizzazione nell’ordine dei gigabyte, presenza di accelerometri grazie a cui è possibile conoscere in ogni momento la posizione e i movimenti del dispositivo, ambienti di sviluppo del software facili da utilizzare con curve di apprendimento non troppo ripide) consentono di valutare la creazione di innovativi strumenti per consentire alle persone con disabilità di fruire di audio (musica, libri, documentari, podcast, ecc) interagendo con i computer palmari in modo semplice e con poco, se non addirittura nullo, lavoro ai apprendimento/addestramento. Le prestazioni e le capacità anzidette consentono, infatti, di eliminare le interfacce utente di tipo grafico/testuale sostituendole con interazioni più naturali come, ad esempio, il fornire comandi semplicemente muovendo il computer palmare (magari saldamente “indossato” dalla persona con disabilità inserendo il computer palmare in una polsiera) e facendo declamare l’elenco dei comandi disponibili al computer palmare attraverso una voce (sintetizzata o naturale).
L’esempio sopra descritto consente alla persona con disabilità di ricevere un iniziale addestramento blando per poi “autoistruirsi” "esplorando" i menu di comandi del computer palmare; l’esempio descritto consente anche di individuare una precisa strategia di ‘personalizzazione’ per la “taratura” del lettore audio in quanto si rende possibile parametrizzare le peculiarità e particolarità di ogni singola persona con disabilità impostando i migliori tempi di reazione, di impostazione necessari ad esprimere la propria volontà, di espressione della propria volontà, di “blocco nella ricezione comandi” per ignorare i movimenti del dispositivo dopo che la volontà è stata espressa e altro ancora (personalizzazione della declamazione dei comandi nella lingua/dialetto e nella forma/modo più adatti, velocità di lettura predefinita, volume di ascolto predefinito, ecc); l’esempio è infine rappresentativo di un’interattività “dolce” che fa da “guida” nell’"esplorare" attivamente i contenuti caricati nella memoria del computer palmare consentendo però nel contempo anche una fruizione estremamente “passiva”.
La proposta presentata in questo documento è inerente a realizzare una prima versione di quanto sopra esemplificato al fine di valorizzare il patrimonio delle biblioteche audio che diversi soggetti -soprattutto pubblici - hanno a disposizione.

La proposta

La proposta è giungere a un prodotto rispecchiante quanto presentato nell’Introduzione per realizzare e mettere a disposizione al pubblico dominio gratuitamente un lettore audio per computer palmari che porti su tali dispositivi un software in grado di leggere i diversi tipi di segnalibro esistenti per le tracce audio contenenti libri, musica, ecc.

Le linee-guida della proposta sono le seguenti:
1. la prima versione prototipale di MOPLA utilizzerà come modalità di interazione con il fruitore i movimenti del computer palmare con un insieme di comandi ridotto (ad esempio: play/pausa, avanti di una traccia, indietro di una traccia, avanti di un libro/album, indietro di un libro/album, ecc) declamati sequenzialmente e, prima/durante/dopo la lettura di ogni singola voce di menu, si possa avviare il comando corrispondente a una voce di menu); saranno possibili anche versioni utilizzanti il touch screen e/o il tastierino numerico e/o il riconoscimento vocale; lo sviluppo di tali versioni sarà subordinato all'effettiva disponibilità da parte di arTravaj a poterle realizzare (tempi, risorse, fondi, ecc) e/o alla comunità di sviluppatori che dovesse eventualmente svilupparsi intorno al progetto;
2. MOPLA sarà realizzato con BASIC for PocketPc – http://www.basic4ppc.com – per un solo modello di computer palmare (HTC Diamond) al fine di semplificare al massimo la leggibilità e la comprensibilità del codice sorgente così da garantire una portabilità quanto mai semplificata su altri modelli di computer palmari utilizzanti API diverse per la gestione degli accelerometri.


Ipotesi di iterazione persona-macchina

Il sottostante elenco numerato contiene l’ipotetica lista di tutti i comandi di una versione ideale di MOPLA.

Nella lista i comandi di navigazione nell’albero dei menu sono in grassetto, i comandi eseguibili sono sottolineati e le azioni da compiere da parte dell’utilizzatore sono in corsivo.

Al fine di una lettura ottimale della lista, si immagini il computer palmare “alloggiato” sul corpo della persona con una polsiera e sul quale CilMobilePlayer rileva tre tipi di movimento: rotazione (indifferentemente in senso orario o antiorario), movimento verticale e movimento orizzontale consentendo di navigare in un albero di comandi simile alla struttura a cartelle della Gestione Risorse di Windows.

La lista dei comandi è la seguente:

1. entrare in modalità comandi: movimento completo di rotazione in senso orario o antiorario;

2. in modalità comandi:
2.1. uscire da modalità comandi: movimento completo di rotazione in senso orario o antiorario;
2.2. entrare in modalità mettere in pausa il lettore audio (o riprendere l’esecuzione del lettore audio) oppure impostare segnalibro (o muoversi tra libri/album, pagine/brani/tracce e segnalibri): movimento verticale;
2.3. entrare in modalità operare sul volume e sulla velocità di riproduzione: movimento orizzontale;

3. in modalità mettere in pausa il lettore audio (o riprendere l’esecuzione del lettore audio) oppure impostare segnalibro (o muoversi tra libri/album, pagine/brani/tracce e segnalibri):
3.1. uscire da modalità mettere in pausa il lettore audio (o riprendere l’esecuzione del lettore audio) oppure impostare segnalibro (o muoversi tra libri/album, pagine/brani/tracce e segnalibri): movimento completo di rotazione in senso orario o antiorario;
3.2. mettere in pausa il lettore audio o riprendere l’esecuzione del lettore audio: movimento verticale; mettere in pausa il lettore audio equivale ad aggiungere un segnalibro “temporaneo” all’insieme dei segnalibri;
3.3. entrare in modalità impostare segnalibro (o muoversi tra libri/album, pagine/brani/tracce e segnalibri): movimento orizzontale;

4. in modalità impostare segnalibro (o muoversi tra libri/album, pagine/brani/tracce e segnalibri):
4.1. uscire da modalità impostare segnalibro (o muoversi tra libri/album, pagine/brani/tracce e segnalibri): movimento completo di rotazione in senso orario o antiorario;
4.2. impostare segnalibro nella posizione del brano audio attualmente in lettura: movimento verticale;
4.3. entrare in modalità muoversi tra libri/album, pagine/brani/tracce e segnalibri: movimento orizzontale;

5. in modalità muoversi tra libri/album, pagine/brani/tracce e segnalibri:
5.1. uscire da modalità muoversi tra libri/album, pagine/brani/tracce e segnalibri: movimento completo di rotazione in senso orario o antiorario;
5.2. entrare in modalità muoversi tra segnalibri: movimento verticale;
5.3. entrare in modalità muoversi tra pagine/brani/tracce (o libri/album): movimento orizzontale;

6. in modalità muoversi tra segnalibri:
6.1. uscire da modalità muoversi tra segnalibri: movimento completo di rotazione in senso orario o antiorario;
6.2. muoversi al segnalibro successivo: movimento verticale;
6.3. muoversi al segnalibro precedente: movimento orizzontale;

7. in modalità muoversi tra pagine/brani/tracce (o libri/album):
7.1. uscire da modalità muoversi tra pagine/brani/tracce (o libri/album): movimento completo di rotazione in senso orario o antiorario;
7.2. entrare in modalità muoversi tra pagine/brani/tracce: movimento verticale;
7.3. entrare in modalità muoversi tra libri/album: movimento orizzontale;

8. in modalità muoversi tra pagine/brani/tracce:
8.1. uscire da modalità muoversi tra pagine/brani/tracce: movimento completo di rotazione in senso orario o antiorario;
8.2. muoversi al/alla pagina/brano/traccia successivo: movimento verticale;
8.3. muoversi al/alla pagina/brano/traccia precedente: movimento orizzontale;

9. in modalità muoversi tra libri/album:
9.1. uscire da modalità muoversi tra libri/album: movimento completo di rotazione in senso orario o antiorario;
9.2. muoversi al libro/album successivo: movimento verticale;
9.3. muoversi al libro/album precedente: movimento orizzontale;

10. in modalità operare sul volume e sulla velocità di riproduzione:
10.1. uscire da modalità operare sul volume e sulla velocità di riproduzione: movimento completo di rotazione in senso orario o antiorario;
10.2. entrare in modalità operare sul volume: movimento verticale;
10.3. entrare in modalità operare sulla velocità di riproduzione: movimento orizzontale;

11. in modalità operare sul volume:
11.1. uscire da modalità operare sul volume: movimento completo di rotazione in senso orario o antiorario;
11.2. aumentare volume: movimento verticale;
11.3. diminuire volume: movimento orizzontale;

12. in modalità operare sulla velocità di riproduzione:
12.1. uscire da modalità operare sulla velocità di riproduzione: movimento completo di rotazione in senso orario o antiorario;
12.2. aumentare velocità di riproduzione: movimento verticale;
12.3. diminuire velocità di riproduzione: movimento orizzontale.

Come si può notare, la sopra riportata lista di ipotetici comandi (e relative azioni) copre una buona percentuale di requisiti funzionali adatti a persone con disabilità, anche motorie, importanti limitando l’apprendimento a tre movimenti: la rotazione, il movimento in verticale, il movimento in orizzontale. Questi movimenti non debbono essere “perfetti” in quanto MOPLA valuterà con margini di “errore” impostabili” a piacere il riconoscimento dei movimenti: ad esempio, riconoscere il movimento verticale con un margine di “errore” dell’80% è un’azione che MOPLA realizza monitorando gli ultimi ‘n’ (dove ‘n’ è anch’esso un parametro) secondi dei movimenti del computer palmare e su di essi il rapporto tra le variazione delle coordinate orizzontali e verticali deve essere almeno all’80% a favore di queste ultime (naturalmente in base alla posizione del polso che può essere parallelo o perpendicolare rispetto alla verticale della persona).

Questa modellazione semplificata consente di discriminare e scartare i movimenti di impostazione e/o spastici e/o inconsulti in quanto essi originano distribuzioni diverse da quelle parametrizzate (in casi limiti si potrà anche parametrizzare l’ampiezza dei movimenti in modo da affinare ulteriormente il discrimine tra volontà e spasticità).


Conclusioni

L’ipotesi di proposta qui presentata è affinabile a piacere (pur con il massimo impegno possibile, arTravaj non può farsi carico di impegni monopolizzanti per lunghi periodi di tempo le proprie risorse e nemmeno mettere in campo azioni simili a quelli di un’istituzione, di un ente e/o di un’azienda privata).

L’affinamento può avvenire in vari modi privilegiando, ad esempio, la definizione dei requisiti funzionali e non funzionali traendoli da altri lettori audio già esistenti per trasformarli rapidamente in specifiche da implementare in un prototipo da far evolvere nel corso di successive iterazioni; in luogo della consueta documentazione funzionale/tecnica si potrebbe quindi realizzare direttamente un “manuale utente” che, essendo di facile fruizione e comprensione per tutti gli attori coinvolti, consente di confrontare direttamente, attivamente e fattivamente le differenti “impostazioni”/”attese”/ecc nonché di <> requisiti e specifiche nel modo più semplice e ricettivo possibile sulla falsariga del documento che si sta leggendo sul quale volutamente non sono stati inseriti disegni, schemi, diagrammi, immagini, ecc al fine di agevolarne la condivisione e la diffusione, ad esempio tramite semplici copia&incolla in messaggi di posta elettronica, lettori di testo, ecc.

È importante mettere in risalto come le azioni che possono portare al successo la realizzazione di MOPLA debbano essere indirizzate alla massima diffusione possibile del software realizzato. Una diffusione massiva e capillare consente al maggior numero possibile di persone con disabilità che possono trarre giovamento dal suo uso del player di poterlo personalizzare per soddisfare le proprie esigenze. La personalizzazione può avvenire attraverso l’impostazione dei parametri trattati dal player, la proposta di evoluzione del software e, nei casi limite, attraverso un fork del progetto per implementare comandi e azioni adatti alle capacità di singole persone e/o di particolarità specifiche.
Unire le tecnologie di avanguardia al mondo della disabilità consente, infatti, di immaginare e proporre modelli nuovi di solidarietà come, ad esempio, il donare un computer palmare che ormai si giudica “vecchio” o “superato” a una persona con disabilità aiutandola così concretamente ad accedere ad un intero mondo digitale in cui la parola autonomia assume significati nuovi come quelli di poter scegliere cosa ascoltare e poter decidere quando e come farlo. Lungi dall’”isolare” la persona con disabilità – arTravaj, ad esempio, utilizza nei suoi progetti delle cuffie audio-bone che utilizzano le ossa del cranio per trasmettere i suoni e lasciano libere le orecchie di sentire cosa accade intorno – l’informatica pervasiva, specie se da “indossare”, può consentire una migliore qualità della vita anche alle famiglie e rendere più incisiva e interessante l’azione di educatori e assistenti che possono divenire facilitatori e propositori di contenuti culturali, ricreativi e ludici fruibili anche in loro assenza e su cui proporre interventi di discussione dopo la fruizione.

Un altro aspetto da evidenziare è il carattere cooperativo, collaborativo e valorizzante il concetto “dono” di questa proposta di arTravaj: Christiane Singer scrisse che “La vera avventura della vita, la sfida chiara e alta, non è quella di fuggire l’impegno, ma di osarlo. Il dramma sarebbe non tentare l’impossibile, rimanere per una vita intera alla misura di quel che si può.” e, nell’attuale situazione di crisi, proporre un concreto aiuto gratuito all’evoluzione di una realtà importante come quella del libro parlato è un segnale che può essere portato all’attenzione di istituzioni, enti, aziende, organizzazioni e privati per sensibilizzare le coscienze e stimolare azioni di supporto e di investimento.

 

Ora si può

ORA SI PUO'

 

"Per quelli che si sentono prigionieri, tutto diventa un muro. Anche una porta aperta." (René Char)

arTravaj ha partecipato alla creazione del progetto Ora Si Può - Aiutare i Diversamente Abili a divenire diversamente autonomi presentato al Ministero della Pubblica Istruzione per il progetto 'Nuove Tecnologie e Disabilità' (Azione 6: Progetti di ricerca per l'innovazione).

Il progetto è stato creato da un Consorzio i cui partner sono scuole, amministrazioni, aziende sanitarie locali del Piemonte, cooperative e aziende private.


Gli scopi del progetto:
→Aiutare alunni con gravi disabilità a comunicare mediante hardware e software innovativo supportando una maggiore autonomia, anche fuori dalla scuola.

Gli obiettivi del progetto:

→Creare strumenti personalizzabili per dare all’alunno “Voce”, “Libri di Testo”, “Eserciziario”;
→Socializzare esperienze e materiali creando una rete, sito WEB e comunità virtuale, condividendovi strumenti e buone pratiche per usarli.

Le strategie del progetto:

→Le strategie individuate vertono sulla capacità della scuola di porsi come elemento unificante di realtà presenti sul territorio nei settori informatici e domotici applicati/applicabili alle disabilità, realtà in grado di produrre software ed hardware (con l’erogazione della formazione necessaria) al fine di socializzare le volontà dei disabili ed ad aiutare l’attività didattica e riabilitativa.

Gli strumenti del progetto:

→Software e hardware che diano “Voce” ai disabili convertendo movimenti in emissioni sonore (es: “SÌ” e “NO”) tramite altoparlanti;
→Software che realizzi storie a domande chiuse e a bivi (“Libro di Testo”);
→Software che consenta ai disabili di rispondere a domande chiuse e di scegliere bivi in storie (“Eserciziario”).

I risultati del progetto:

→Esercitazioni in autonomia anche al di fuori della scuola;
→Socializzazione delle scelte espresse dalla persona con disabilità;
→Supporto alla conquista di autonomia nella comunicazione.

   

Non Sara un'avventura

Non SARA Un'Avventura

 

"L'unica vera ricompensa arriva dai nostri sforzi per abbattere gli ostacoli che impediscono agli altri di raggiungerci" (anonimo)

arTravaj partecipa e contribuisce attivamente al progetto Non SARA Un'Avventura.

Lo scopo del progetto Non SARA Un'Avventura è di supportare l'inserimento lavorativo di Sara, una persona con disabilità facendo evolvere e verificando sulle particolarità proprie di Sara gli strumenti ideati e realizzati nel progetto UTISS.

Sara è alla guida del progetto grazie a una rete collaborativa dal basso che consente di realizzare strumenti in grado di renderla più autonoma e che in seguito permetterà di mettere a disposizione di altre persone con disabilità i risultati ottenuti nel progetto stesso. Il nome Non SARA Un'Avventura e' stato scelto per ricordare la passione di Sara per le canzoni di Lucio Battisti e a indicare come l'apertura del progetto ad altre persone con disabilità vedrà Sara stessa impegnata in prima persona creando quindi per lei ulteriori future occasioni lavorative.

Non SARA Un'Avventura - simile al carattere orgoglioso e libero delle persone della terra di frontiera in cui nasce, la Valle di Susa in Piemonte - scavalca i confini creando una rete di conoscenze, volontà, impegni e disponibilità al servizio della conquista di una maggiore autonomia delle persone con disabilità unendo teatro, educazione, cultura, domotica, telecomunicazioni e informatica. Non SARA Un'Avventura vuole anche essere un stimolo e un concreto contributo alle famiglie delle persone con disabilità per farle divenire, a loro volta, più “autonome” rispetto alle stesse persone con disabilità cercando cosi' di migliorare la qualità della vita di tutti i soggetti coinvolti in quel viaggio tortuoso che è l’aver a che fare quotidianamente con le abilità diverse.

Il progetto infatti, pur tra le molte difficoltà dovute al suo porsi alle frontiere di ambiti oggi ancora assai lontani tra loro, sta dimostrando di non essere un’avventura, ma anzi un’occasione unica per creare dal basso strumenti grazie a una rete a cui collaborarono esperti in teatro ed educazione, domotica e informatica, artigianato artistico e formazione. Una rete in cui tutti si confrontano, progettano e realizzano strumenti sulla base di indicazioni date da Sara, la vera esperta di un dominio particolare, quello delle abilità diverse.

Le scelte organizzative del progetto considerano le importanti compromissioni delle funzioni motorie di Sara come un valore aggiunto utilizzandole come requisiti e termini di confronto facendo si' che tali compromissioni non impediscono a Sara di lavorare, e di lavorare davvero! Sara infatti guida la realizzazione di ausili semplificati per interagire con i computer (come protoUTISS, una pulsantiera che coniuga tecnologie avanzate a oggetti resisi ormai “inutili” alle nostre esigenze e per i quali invece è possibile un ”riuso” creativo e consapevole).

Questi ausili semplificati sono utili per pilotare altri strumenti realizzati nell’ambito del progetto come i lettori multimediali per palmari, lettori che mettono a disposizione molti comandi attivabili grazie a un solo semplice sì/no e risultando così facili e poco impegnativi per chi debba utilizzarli.
Le verifiche fatte da e con Sara nell'uso degli ausili che le sono stati proposti hanno condotto ad evoluzioni continue degli ausili stessi: da una pulsantiera che guidava senza fili un computer palmare si e' dapprima passati all'interazione con il touch screen del computer palmare stesso, dal touch screen si e' poi passati a un guscio, con un unico pulsante, che avvolge uno smartphone, dal guscio si e' infine passati all'uso degli accelerometro inserito nel computer palmare, dapprima utilizzando lo scuotimento del computer palmare come richiesta di Sara di interagire con il palmare ed ora con il mantenimento di alcune posizioni (in prima ipotesi si erano individuati gli stati 'in piedi', 'su un fianco' e' sdraiato' poi semplificati nel semplice riconoscimento del movimento di sollevare il palmare 'sdraiato' e ancor di più nelle ultime interfacce in cui il palmare non è impugnato bensì inserito in una fascia indossata su un polso e deve essere semplicemente accompagnato verso il petto o, in alternativa, fatto "precipitare" verso il basso con un rapido movimento del braccio) del palmare per un certo periodo di tempo oppure con tre movimenti (verticale, rotazione del polso, avvicinare o allontanare il palmare da o verso il corpo).
Le diverse modalità di interfaccia "scartate" nel corso del progetto, però sicuramente recuperabili per persone con compromissioni diverse da quelle di Sara, evidenziano molto bene lo spirito del progetto: e' il progetto ad adattarsi a Sara e non Sara a dover imparare come utilizzare gli strumenti realizzati nel corso del progetto stesso.
L'evitare il più grosso rischio del progetto, quello di ridurre le attività del progetto all'addestramento di Sara a una delle interfacce realizzate, fornisce un continuo arricchimento delle informazioni necessarie alla costruzione di un primo modello generale delle interazioni con gli ausili della persona con disabilità.
Il modello può essere concisamente descritto come una sequenza di azioni effettuate dalla persona con disabilità impugnazione dell'ausilio, esplorazione e messa in posizione dell'ausilio fino a quando esso e' 'saldo' e 'sicuro' tra le mani, interazione con l'ausilio per fornire il comando voluto e, spesso e piu' volte, ripetizione di tale interazione per avere la 'sicurezza' di 'aver dato' il comando. Un modello siffatto richiede al computer di saper riconoscere alcuni stati in cui l'ausilio di interfaccia si trova. Il primo stato e' quello in cui l'ausilio e' inutilizzato o in fase di impugnazione o in fase di esplorazione e messa in posizione: il computer deve semplicemente monitorare cosa accade senza interagire con la persona. Il secondo stato e' quello in cui l'ausilio e' stato messo in posizione ed e' pronto per dare un comando: il computer deve fornire alla persona l'elenco dei comandi eseguibili. Il terzo stato stato e' quello in cui l'ausilio viene usato per scegliere uno dei comandi forniti alla persona con l'elenco anzidetto: il computer deve eseguire il comando ed ignorare per un certo tempo la o le ripetizioni della scelta del comando.
L'applicazione di questo modello agli ausili e al computer palmare consente alla persona di impugnare il computer palmare come un qualsiasi altro oggetto, esplorarlo, rigirarlo, farlo 'cadere' ed impugnarlo di nuovo senza nessuna apprensione dovuta al dover rispondere in dato tempo e all'ansia di dare un comando non voluto. La persona deve quindi apprendere un unico concetto: il computer interagisce con la persona solo quando la persona stessa si sente 'sicura' di avere la situazione sotto controllo ed e' quindi in grado di tenere il computer in una posizione precisa ('in piedi', 'su un fianco', 'sdraiato') per un certo periodo di tempo o, in alternativa, solo quando il computer riconosce di essere sollevato mantenendo la posizione 'sdraiata'. Il modello e la sua applicazione agli ausili e al computer palmare potrebbero consentire anche di ampliare il campo delle attivitàche il computer può svolgere per la persona: ad esempio, la bassa probabilità di eseguire comandi non voluti potrebbe permettere al computer di svolgere le funzioni di telecomando verso oggetti opportunamente domotizzati (le tapparelle delle finestre, il telefono, ecc).
La descrizione delle alcune delle scelte e di alcuni dei risultati appena sopra fatta evidenzia come Non SARA Un'Avventura sia un progetto fortemente orientato a mettere a frutto una diversa concezione dell'interazione uomo-macchina: e' la macchina che "impara" com'è la persona e non la persona che viene addestrata a "saper fare" qualcosa con la macchina. Analogamente, il progetto privilegia la condivisione delle difficoltà(e spesso se ne sono incontrate di grandi, per fortuna pressochè tutte avvenute fuori e catapultatesi dentro al progetto senza avervi attinenza) attraverso la trasformazione delle difficoltà stesse in occasioni di riformulazione dei problemi per ideare e realizzare soluzioni meno vincolanti e onerose.

Questo piccolo assaggio delle caratteristiche del progetto può naturalmente rendere curiosi e voler porre molte domande interessanti, e anche poco scontate. Si proverà nel seguito a rispondere ad alcune di esse con una piccola ricapitolazione prendendo spunto da quelle riguardanti la nascita del progetto fino a giungere a quelle sul suo futuro .

Quali sono state le scelte che hanno determinato il successo del progetto consentendo di entrare in una fase operativa avanzata in cui finalmente sta per instaurarsi la “routine” di un impegno lavorativo costante per Sara? Quali sono stati i fenomeni che hanno consolidato una rete di collaborazioni in grado di porsi a disposizione di Sara per consentirle di costruire – a partire dalla sua condizione, dal basso e dal suo stesso vissuto – un’iniziativa in cui lei, e in prospettiva altre persone con disabilità, possono proporre, valutare e scegliere le soluzioni che dovranno utilizzare? Che investimenti sono stati necessari per garantire il mantenimento di un basso impatto economico sul progetto senza per questo rinunciare alla qualità dei prodotti finiti e a all’evoluzione di ogni singolo partecipante?

Il segreto sta tutto nell’aver saputo armonizzare le interazioni tra i partecipanti in modo tale che loro stessi hanno inizialmente spontaneamente donato lavoro, strumenti, idee per giungere a questo risultato. Nessun “scimmiottamento” di faraonici e quanto mai costosi “piani industriali”, ma nemmeno l’ingenuità del ridursi al solito e continuo banalizzare e spostare fuori dal contesto i problemi reali e concreti, banalizzazioni e spostamenti che generano il ritrovarsi ad operare in una falsa e soffocante bambagia di ovvietà, impedimenti, illusioni e aggiustamenti artefatti. Molta attenzione invece è stata data allo scambio reciproco di informazioni, di idee, di mezzi.

Tanti strumenti, ad esempio, sono stati realizzati grazie a oggetti (hardware, ecc) concessi in comodato d’uso gratuito o donati da alcuni dei partecipanti, partecipanti che hanno anche provveduto a progettare e ad assemblare gli strumenti. Tutto il software è stato sviluppato gratuitamente da un altro partecipante, una società di consulenza e formazione informatica e domotica, con la prospettiva di pubblicarlo open-source e donarlo al pubblico dominio. Ciò consentirà che l’esperienza del progetto possa essere replicata altrove a bassi costi dando anche origine, in prospettiva, a una rete più ampia che consenta di migliorare ulteriormente i prodotti finiti. Ancora più importanti ed interessanti i contributi dell’associazione culturale “capofila” del progetto che ha creato le condizioni economiche e concrete per l’inserimento lavorativo di Sara e che all’interno di esso ha riservato risorse e mezzi per sviluppare il progetto Non SARA Un'Avventura.

L’incontro di tutti questi contributi ha creato le basi per far sì che ora sia possibile realizzare delle attività più mature in cui è Sara stessa a individuare le esigenze e in base a esse definire i requisiti che le rappresentano. Sara partecipa poi sia alla trasformazione di tali requisiti nelle specifiche che gli strumenti realizzati dovranno avere, sia ai test di tali strumenti, test che Sara effettua in prima persona utilizzandoli nella sua vita quotidiana e nell’inserimento lavorativo.

Non SARA Un'Avventura ha fatto del partire “dal basso” il proprio punto focale riconducendosi ad esso in ogni occasione così da evitare ogni “fuga in avanti” di uno o più partecipanti. Tale approccio ha consentito e consente di procedere coralmente con ritmi, modi e scambi in cui la collaborazione e la comunicazione sono stati e sono i collanti più importanti. La sostituzione di ogni funzione dirigista con altre ben più vantaggiose, convenienti e utili interazioni informali in cui le decisioni sono prese sulla base della presenza o meno di un risultato, raggiunto o raggiungibile in tempi ragionevoli, semplifica la gestione dei flussi dei lavori “in cantiere”.

Privilegiare il “conoscere cosa occorre” rispetto al “saper come fare” consente al progetto di porsi continuamente nuove domande e sfide. Consente anche di trovare stimoli e soluzioni in modo più creativo e congeniale alle esigenze di Sara rispetto a quelle scaturibili dalla tipica accettazione di uno status quo basato sull’accettazione supina dei limiti del “ciò che si sa”.

I limiti di queste scelte – tutte tese a non sacrificare nessuna potenzialità in grado di generarsi all’interno del progetto cosicché sia Sara a scegliere quali ritenga essere più opportune e adatte alla soddisfazione delle sue esigenze – investono soprattutto la realizzazione effettiva dei nuovi strumenti al grado di raffinamento e sofisticatezza desiderabili. Per far fronte alle necessità del progetto occorrerebbe difatti reperire continuamente risorse esterne per far sì che ogni nuovo filone – apertosi o divaricatosi da un altro filone – trovi immediatamente un nuovo referente in grado di dedicarsi ad esso con un congruo numero di risorse. Il contenimento dei disagi e dei problemi dovuti a tali limiti avviene attraverso una continua ridefinizione dei risultati da conseguire nel quadro di una sostanziale immutabilità degli obiettivi individuati come minimali per il successo del progetto. Così, ad esempio, non è stato importante il grado di maturazione che raggiunse il primissimo prototipo di protoUTISS, ma come esso è stato valutato da Sara.

Tale positiva valutazione ha scaturito un affinamento del prototipo nella direzione indicata da Sara stessa ben diversa di quella (talaltro ben più costosa e impegnativa) che si intendeva conseguire dopo la realizzazione dell’anzidetto primissimo prototipo.

Un’ultima riflessione su Non SARA Un'Avventura e i suoi partecipanti, una riflessione sul significato che oggi ha essere al fianco di chi deve affrontare il viaggio della vita con quel qualcosa in più che è la disabilità.

Un po’ argonauti, un po’ pesci fuori d’acqua, i partecipanti hanno però iniziato a gustarsi più il viaggio che il macerarsi nell’attesa della metà e facendo così hanno quasi smesso le insane pratiche dei Papalagi, il nomignolo con cui Tuiavii, un capo delle isole Samoa, chiamava gli Europei. Un viaggio in cui è più importante confrontarsi con la soddisfazione delle esigenze reali piuttosto che con la creazione di bisogni indotti, magari anche inconsapevolmente.

La promozione dell’autonomia in Non SARA Un'Avventura passa soprattutto nell’offrire continuamente alla persona con disabilità la possibilità di mettere al centro dell’azione i suoi tempi e i suoi ritmi, le sue conquiste e i suoi ripensamenti, le sue difficoltà e le sue soluzioni. Ben lungi dall’essere improduttiva o infruttifera, questa offerta consente di organizzare al meglio una rete di conoscenze, disponibilità e volontà in grado di creare le condizioni e le situazioni utili al progetto senza disporre di costose infrastrutture e dispendiosi organizzazioni.

La rete matura spontaneamente e raggiunge i propri risultati quando tutti i partecipanti sono pronti a passare agli obiettivi successivi. All’avvio lento e poco appariscente per edificare i capisaldi sui quali costruire poi l’intera rete (o una parte di essa) corrisponde poi un scorrere veloce e lieve delle attività, nonostante si sia dovuto spesso interrompere le attivita' per gestire eventi esterni di vario genere. Tale conquista deriva dalla capacità della rete di sfruttare tutta sé stessa in ogni momento per sostituirsi a strutture rigide e vincolanti, assolvendo così al meglio ai compiti necessari a raggiungere i risultati voluti.
Un conciso esempio di come si è operato concretamente per giungere a ciò puo' essere desunto da alcuni brevi stralci piu' sotto riportati su come e' stato strutturato l’inserimento lavorativo di Sara.
Uno degli scopi del progetto e' stimolare il senso della responsabilità di Sara coinvolgendola attivamente in ruoli importanti quali:
- quello di “cliente” ossia di colei che esprime le esigenze e valuta i risultati raggiunti dagli strumenti realizzati;
- quello di “esperta del dominio” ossia di colei che – disponendo di conoscenze specifiche rispetto a una realtà (in questo caso, la condizione di chi si trova ad essere disabile) – è in grado di rappresentare le esigenze in termini di requisiti;
- quello di “progettista” ossia di colei che – studiando i requisiti – individua e propone le specifiche da rispettare da parte degli strumenti realizzati;
- quello di “tester” ossia di colei che – provando gli strumenti realizzati – ne verifica la congruità con le specifiche;
- quello di “collaudatrice” ossia di colei che – utilizzando gli strumenti realizzati nelle attività proprie dell’inserimento lavorativo, ma anche in quelle della sua vita quotidiana, formativa, artistica e culturale – esprime giudizi sulla capacità di soddisfare le esigenze;
- quello di “responsabile” ossia di colei che – disponendo di tutte le informazioni necessarie – decide, a fronte di esigenze superiori a quelle soddisfabili, quali di esse saranno, e in quale modo lo saranno, soddisfatte;
- quello di “testimone” ossia di colei che – avendo partecipato attivamente e dinamicamente al progetto – è in grado di presentarlo sia in generale, sia in gran parte degli aspetti specifici.
Il coinvolgimento di Sara in questi ruoli e' graduale e si dispiega nel corso del progetto attraverso una serie di iterazioni.
Le prime interazioni si caratterizzano nel dare a Sara gli strumenti di base per affrontare le iterazioni successive:
- iterazione 1 – PRESA DI CONTATTO DI SARA CON IL GRUPPO DI PROGETTO;
- iterazione 2 – PRESA DI CONTATTO DI SARA CON IL GRUPPO DI LAVORO DI PROGETTO;
- iterazione 3 – AVVIO FORMAZIONE E LAVORO DI SARA CON E NEL GRUPPO DI PROGETTO.
Le successive fasi si caratterizzano ognuna per una parola chiave rappresentante l'obiettivo di Sara, ossia il suo maturare e far propri - sia in termini lavorativi, sia in generale - i concetti, i modi e le forme proprie del singolo specifico obiettivo:
- iterazione 4 – FORMAZIONE E LAVORO DI SARA CON E NEL GRUPPO DI PROGETTO, “L’ESSERCI”;
- iterazione 5 – FORMAZIONE E LAVORO DI SARA CON E NEL GRUPPO DI PROGETTO, “L’INTERAZIONE”;
- iterazione 6 – FORMAZIONE E LAVORO DI SARA CON E NEL GRUPPO DI PROGETTO, “LA CONSAPEVOLEZZA”;
- iterazione 7 – FORMAZIONE E LAVORO DI SARA CON E NEL GRUPPO DI PROGETTO, “LA RESPONSABILITÀ”;
- iterazione 8 – FORMAZIONE E LAVORO DI SARA CON E NEL GRUPPO DI PROGETTO, “IL RISULTATO;
Le caratteristiche proprie della rete rendono possibile costruire un progetto operativo, innovativo e di ricerca in cui una persona con disabilità è posta al centro del progetto stesso in modo che allo sviluppo della persona corrisponda la crescita del progetto e, analogamente, allo sviluppo della rete corrisponda la crescita di altri progetti come un futuribile "SARA Meglio" per esplorare con Sara come noi dobbiamo abbattere gli ostacoli che le impediscono di raggiungerci.

Una rete quasi magica che “cattura” i pesci fuor d’acqua e dona loro la possibilità di giocare a essere di volta in volta anfibi, rettili, mammiferi, uccelli fino a riconoscere e far riconoscere in sé l’essere umano. Abbattere barriere e ostacoli grazie a creatività, volontà, impegno e tecnologie in un’alchimia di trasformazione chiamata Non SARA Un'Avventura: visitarla non costa nulla, parteciparvi arricchisce; perché non farlo ora?

   

Utiss

UTISS

 

"Se giri in tondo fissandoti la coda, inutile offrirti orizzonti" (Maria Luisa Spaziani)

arTravaj partecipa al progetto UTISS.

UTISS ha lo scopo di ideare e realizzare interfacce utili alle persone con disabilità per poter interagire con strumenti informatici, domotici e di telecomunicazione..

UTISS, in lingua piemontese significa ‘Utensile’, ossia:
"ogni semplice attrezzo atto alla lavorazione di legno, metalli e sim. (come ad es. il martello, le pinze, le tenaglie, le forbici, ecc.);
arnese impiegato in vari usi domestici, spec. in cucina: il mestolo, lo scolapasta, il tagliere sono utensili indispensabili in cucina;pezzo meccanico, usato manualmente o applicato a una macchina, che serve ad asportare o a incidere il materiale dei pezzi in lavorazione."
Per arTravaj, UTISS è un buon nome per indicare “qualcosa” che serve a fare “qualcos’altro”, SOPRATTUTTO con tanti altri “qualcosa”: UTISS, un arnese tra i tanti…

UTISS è stato immaginato come un ausilio impugnabile collegato senza fili a un computer al fine di garantire alla persona con disabilità una facile interfaccia."Visualizzandolo", UTISS si potrebbe immaginare come un oggetto cilindrico da impugnare con una sola mano, sensibile alla pressione della mano stessa su tutta la sua superficie e che trasmette periodicamente - via Bluettooth - ad un palmare (o notebook, pc, ecc) l'informazione sulla pressione che sta subendo. Il software sul palmare (notebook, pc, ecc) dovrebbe provvedere a codificare - attraverso convenzioni, configurazioni, ecc - la pressione ricevuta da UTISS come "debole"/"forte", "continua"/"istantanea" e altre combinazioni tra pressione e durata temporale della pressione stessa. Imparando a riconoscere le capacità della persona - ossia riconoscendo le combinazioni di tempo e pressione che la persona stessa è in grado di generare - e permettendo quindi di associare tali capacità ai comandi, UTISS potrebbe rendere possibile uno scenario d'uso come il seguente in cui le combinazione di pressione e durata temporale potrebbero essere così interpretate:
- "debole"+ "continua": 'continua a fare ciò che stai facendo' (ad esempio: continua ad ascoltare la radio, la musica, ecc);
- "forte"+"istantanea": 'vai avanti' (ad esempio: prossimo brano, prossima stazione, ecc);
- "forte"+"continua": 'vai ai comandi'.
Naturalmente - qualora la persona fosse in grado di generare eventi più complessi (ad esempio, una pressione "forte"+"istantanea" seguita da una pressione breve "debole"+ "continua" conclusa con una pressione "forte"+"istantanea"; l'equivalente del doppio click sul mouse...) - si possono aumentare le combinazioni riconosciute e quindi rendere più veloce e/o complessa la navigazione tra i materiali ed i comandi.
Un interessante possibilità di UTISS potrebbe essere la capacità di "vibrare" in modo da consentire alla persona ed al software di interagire più direttamente. In un possibile scenario d'uso, il software pone in vibrazione per un dato periodo temporale UTISS mentre via audio informa la persona dell'arrivo di un messaggio; se la persona esegue una pressione "forte"+"istantanea" mentre UTISS vibra, ciò potrebbe significare "esegui l'azione e torna a cosa stai facendo" (ad esempio: interrompi la musica, leggi il messaggio e riprendi la musica), mentre una pressione "forte"+"continua" potrebbe significare "interrompi cosa stai facendo ed esegui l'azione" (ad esempio: chiudi il lettore musicale e leggi il messaggio; fatto ciò, il software ripropone il menu "principale"). La vibrazione potrebbe anche associata agli eventuali singoli tasti nella variante più sopra esposta consentendo così un ulteriore miglioramento dell'interazione con la persona.
Le caratteristiche ideali di UTISS potrebbero essere:
- essere robusto (a prova di caduta, di pressione eccessiva, ecc)
- essere leggero;
- essere piccolo;
- consumare poca energia;
- essere impermeabile (stile spazzolini elettrici);
- disporre di un bracciale in modo da non dover mai essere risposto, ma nemmeno essere tenuto perennemente in mano;
- essere ricaricabile senza bisogno di essere fisicamente collegato ad un cavo (sempre come uno spazzolino elettrico);
- essere ricaricabile in vari modi: dalla rete elettrica alle normali batterie in commercio, dalla presa dell'accendisigari dell'auto fino alla presa usb di un computer...e magari anche con l'energia solare e/o fotovoltaica).

   

Cohousing domotico

Cohousing Domotico

 

"Quando la vita ti dà mille ragioni per piangere,
dimostra che hai mille ed una ragione per sorridere"
(Benite Costa Rodriguez)
 
 
 
 
 
 
 

arTravaj contribuisce all'ideazione, alla progettazione e alla divulgazione del Cohousing Domotico.

L'idea alla base del Cohousing Domotico è quella di proporre inserimenti in cohousing di persone con disabilità (ma nulla vieta di proporlo anche per persone anziane) e di utilizzare una domotica elementare e poco costosa per far sì che gli altri abitanti del cohousing possano contribuire all’assistenza e all’accudimento di questi coabitanti con impegni minimi grazie alla mediazione ed agli aiuti che le tecnologie mettono a disposizione. La conquista di questo spazio da vivere in autonomia potrebbe consentire alle persone con disabilità e alle loro famiglie di individuare tempi e modi diversi, meno impegnativi e meno “asfissianti”, per la coabitazione nonché di trasformare il dramma del “dopo di noi” in un più rassicurante “dopo di noi, loro” dove il termine ‘loro’ si riferisce agli abitanti del cohousing che – di concerto con i servizi sociali, il volontariato, ecc – potrebbero evitare l’istituzionalizzazione delle stesse persone con disabilità.

Un ambiente di Cohousing Domotico per una persona con disabilità può essere immaginato suddiviso in tre zone: una zona “giorno” vicino all’ingresso (con una scrivania/tavolo e una sedia), una zona “notte” centrale (con un letto) e una zona per i servizi igienici. Nelle tre zone sono disseminati diversi tipi di strumenti domotici: i sensori volumetrici di presenza (quelli tipicamente utilizzati negli antifurti), i sensori di pressione (letto, sedia, asse del WC), i sensori di pressione sulle aste e sulle barre (distribuite su ogni parete dell’ambiente) che fungono da appoggio per la deambulazione autonoma, i meccanismi di apertura/chiusura di porte/tapparelle/ecc controllabili con un telecomando, i meccanismi di azionamento automatico di ventole aspiranti; di fatto, la centralina che gestisce l’ambiente “sa” sempre dove si trova la persona e cosa sta facendo e può così comunicare tali informazioni a chiunque nel cohousing.

Questa descrizione idealizzata può essere meglio calata nella realtà introducendo la possibilità di progettarla con un buon interior design in linea con l’idea che, se una cosa è bella, è anche più rispettata e che quindi, se si crea la situazione di far vivere una persona con disabilità in un ambiente bello, si creano anche le condizioni perché la persona stessa sia maggiormente rispettata. Si elimina così il “peso” – anche e soprattutto per i visitatori/accudenti – di “subire” un ambiente il cui arredamento ricorda più quello di un ospedale che quello di una casa inducendo così alla rapida “fuga”, al procrastinare gli incontri, ecc (in altre parole, se l’ambiente è accogliente, si dovrebbe aumentare il numero, la durata e la qualità degli incontri tra la persona con disabilità e le altre persone).

L’idea del Cohousing Domotico è stata presentata in alcuni convegni suscitando interesse anche in alcuni amministratori locali che hanno lanciato immediatamente l’idea di realizzarlo in alcune costruende abitazioni di edilizia popolare a riprova di come si possa ritrovare la genialità, la volontà e l’impegno tipicamente italiani , nel senso buono del termine, quando ci si confronta correttamente e concretamente con i problemi reali del proprio territorio e si ricercano e realizzano soluzioni rispettose del proprio ambiente.
Questo ritrovare il meglio dell'Italia riporta alla fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50 del secolo scorso quando in Italia furono inventate la Vespa e l’Ape, due mezzi di trasporto adattissimi alle condizioni economiche della popolazione ed alla struttura urbanistica/infrastrutturale dell’Italia dell’epoca: oggi pare che in Italia più nessuno utilizzi queste capacità di ideazione/progettazione e si tenda sempre più ad affidarsi a idee, proposte, esperienze ed oggetti provenienti da culture e modi di produzione lontani e che soddisfano altrui esigenze, sensibilità ed interessi.

   

Nunartravajk

nunartravajk

"Adam Smith ha detto che il miglior risultato si ottiene quando ogni componente del gruppo fa ciò che è meglio per sé, giusto? Incompleto. Incompleto!
Perché il miglior risultato si ottiene… quando ogni componente del gruppo farà ciò che è meglio per sé, e per il gruppo! Dinamiche dominanti, signori. Dinamiche dominanti! Adam Smith... si sbagliava!" (John Nash)

arTravaj organizza e gestisce il progetto nunartravajk.

nunartravajk è un progetto indirizzato a stimolare la realizzazione e la raccolta di strumenti semplici - ma utili! - in grado di supportare la formazione delle persone e l'applicazione di buone pratiche per gestire modelli alternativi di vita.
Il nome "nunartravajk" deriva dalla fusione di "nunatak" e di "artravaj"; "nunatak" - nelle lingue dei popoli dell'Artico - denomina le formazioni rocciose che si stagliano fuori dalle coltri ghiacciate: sono le cime di montagne ricoperte da ghiacci perenni, montagne in cui, all'epoca delle glaciazioni, si rifugiano forme di vita che ripopolano poi il pianeta nei periodi interglaciali e non glaciali.

Un esempio elementare degli strumenti realizzati/raccolti da nunartravajk viene messo a disposizione del pubblico dominio: si tratta di una semplice cartella di lavoro per fogli elettronici in grado di calcolare il codice fiscale rilasciato alle persone fisiche dalla Repubblica Italiana senza utilizzare macro ossia senza utilizzare linguaggi di programmazione; il calcolo del codice fiscale viene effettuato facilmente con le sole funzioni native del foglio elettronico consentendo quindi anche ai non esperti di programmazione di computer di poter verificare e utilizzare un approccio meno difficile alla risoluzione di un problema comune.

nunartravajk rilascia gratuitamente le cartelle di lavoro per il calcolo del codice fiscale senza macro nei formati di Open Office Calc (sxc e ods) e di Microsoft Excel (xls).

   

Labomuse

LABO.MU.SE.

 

"Bisogna vivere come si pensa, altrimenti si finirà per pensare come si è vissuto." (Paul Bourget)

 

 

 

 

 

arTravaj partecipa al progetto LABO.MU.SE..

Il progetto si occupa di fornire supporto a Compagnie Teatrali Integrate e a Laboratori D'Integrazione per ideare e realizzare laboratori di teatro sociale in cui le componenti tecnologiche - hardware, software, domotiche, ecc - possono consentire interventi legati alla multisensorialità ed ad un'esplorazione delle possibilità espressive meno vincolate dalle compromissioni fisiche e psichiche.

Un’ipotesi di tali laboratori ha al centro l’interazione tra l’essere umano e la macchina mediandola attraverso suoni, movimenti e luci; più nello specifico, si prevedono:
- un ambiente in cui alcuni altoparlanti sono posizionati in diversi punti: il computer emette un suono da uno degli altoparlanti e la persona vi si reca e, giunta all’altoparlante che ha emesso il suono, fa riconoscere al computer stesso la propria posizione attraverso la presentazione ad una webcam collegata al computer di un oggetto colorato (ad esempio, un evidenziatore);
- una variante a questo primo ambiente è richiedere alla persona di presentare continuamente alla web-cam l’oggetto colorato in modo da lasciare una scia/traccia dei propri movimenti sul computer, traccia che sarà colorata con un colore scelto inizialmente dalla persona stessa su un’apposita tavolozza presentata dal computer;
- un’ulteriore variante a tale ambiente prevede un proiettore di luce montato su un motore rotante e pilotato dal computer: il fascio di luce proiettato segue la persona che si muove grazie al rilevamento dell’oggetto colorato attraverso la web-cam;
- un’ultima variante all’ambiente prevede due computer con due web-cam e due proiettori di luce montati su due motori rotanti: due persone possono così seguire i movimenti l’una dell’altra proiettando sull’altra persona un fascio di luce;
- tutte le scie/tracce lasciate dalle persone nei loro movimenti sono trasformate in musica attraverso un apposito software – ad esempio Hyperscore – al fine di permettere anche alle persone con problemi di visione di partecipare al laboratorio e valutare l’affinamento dei movimenti e dei controlli da parte di coloro che hanno generato le scie/tracce;
- un secondo ambiente prevede due pc che, dialogando tra loro, consentono a una persona di far riconoscere, tramite web-cam, al primo computer i movimenti che ella fa compiere a un oggetto colorato e di trasformare tali movimenti nelle istruzioni atte a pilotare un motore su cui è montata una seconda web-cam che, collegata a un secondo pc, consente di proiettare su uno o più schermi una persona del pubblico scelta dalla persona che muove l’oggetto colorato;
- con questo secondo ambiente è possibile anche fornire alla persona ipovedente un’esperienza multisensoriale in cui associare i movimenti della persona stessa al tracciare scie tra macchie di colori riconoscibili dalla persona stessa e, sempre grazie a Hyperscore, trasformare in musica tali movimenti ponendo così le basi per una ricerca dell’armonia nella coordinazione attraverso l’esercizio.

   

NextIsNow

nextisnow

 

"Il futuro è già qui, ma non è distribuito in modo uniforme" (William Gibson)

arTravaj partecipa al progetto nextisnow.

Il progetto

nextisnow nasce dall’incontro di persone con competenze forti e diversificate in ambito informatico ed associazionistico che, in base alle proprie esperienze, hanno avvertito la necessità di rispondere a un’esigenza insoddisfatta delle realtà associazionistiche non lucrative.

nextisnow permette a queste persone di unirsi e interagire favorendo il loro rendersi disponibili a percorsi formativi che ne affinino le capacità, progettuali e tecniche, ne migliorino la produttività e aiutino a trasformare il lavoro di formazione da loro svolto sia in concreti e pratici strumenti, informatici e formativi, sia in servizi differenziati erogabili agli utilizzatori finali di tali strumenti.

nextisnow fa così da collante a disponibilità, strumenti e mezzi di diversi attori - associazioni, privati, imprese, ma anche altre realtà – per consentire  di ridurre i costi e i tempi delle attività gestionali e progettuali delle associazioni –  con particolare attenzione al mondo del volontariato – garantendo risultati di qualità adeguata e rispettando gli imperativi del basso costo e della semplicità.

Gli stessi principi che hanno ispirato il progetto si proiettano sulla scelta di sviluppare open source e rilasciare al pubblico dominio, (così da mitigare i rischi di appropriazione da parte di soggetti “commerciali” di quanto realizzato e rilasciato.)


I primi strumenti individuati sono:
* eKit: uno strumento generalista indirizzato a supportare l'associazionismo ed il volontariato mettendo a disposizione semplici strumenti (fogli elettronici con barre di strumenti semplificate e personalizzate) in grado di consentire la rapida e facile definizione e compilazione dei moduli utili alle attività ordinarie e progettuali di queste realtà;
* le specializzazioni di eKit:
eKit org : modulistica utile all'automazione della gestione della vita interna e dei progetti delle associazioni;
- eKit counsel : modulistica utile a supportare la creazione e la gestione di sportelli di ascolto gestiti da associazioni di volontariato.

 

   

eKit

eKit

"L'essenza del coraggio è essere sinceri con se stessi" (Pema Chödrön)

arTravaj partecipa al progetto eKit.

eKit è un progetto indirizzato alla realizzazione di strumenti semplici - ma utili! - in grado di aiutare la gestione delle attività ordinarie e progettuali delle realtà associazionistiche in generale e del volontariato in particolare.
Le associazioni non lucrative, infatti, nella necessità di intraprendere attività che implicano la realizzazione di modulistica per la raccolta e l’utilizzo di dati, incontrano tipiche difficoltà: carenza di tempo, risorse e fondi nonché una frequente e diffusa scarsità di professionalità tecniche già formate in grado di ottimizzare e rendere sostenibili tali attività.

eKit è un'aggiunta (add-in) che estende le funzioni dei fogli di calcolo – Microsoft Excel e in seguito anche Open Office Calc – trasformandoli in potenti strumenti in grado di rendere professionale la creazione di moduli con cui raccogliere, organizzare ed aggregare i propri dati in modo facile, rapido e intuitivo.

eKit rappresenta la soluzione per chi ha la necessità di privilegiare semplicità, rapidità ed economicità: le funzioni disponibili sono solo quelle basilari al fine di rendere meno ripida la curva del processo di apprendimento e ridurre il numero delle risorse dedicate specificatamente alle attività di raccolta dei dati.
I requisiti di semplicità ed economicità orientano verso percorsi di formazione mirati e con un approccio di tipo utente – piuttosto che tecnico – per evitare che le risorse siano troppo distolte dalle loro attività precipue.

Gli strumenti eKit sono distribuiti su siti internet (anche istituzionali) ed accessibili a tutti, analogamente alle video lezioni di autoformazione, in quanto è fondamentale che i dati raccolti e le informazioni ottenute siano facilmente condivisibili e trasmissibili all’interno della propria rete.


come si usa eKit?
eKit si presenta come una semplice barra degli strumenti posta – come tutte le altre barre – nella finestra principale del foglio elettronico risultando così facilmente accessibile e di rapido utilizzo.

I pulsanti sulla barra comandano l'esecuzione delle funzioni di base (aprire un nuovo modulo, definire le caratteristiche di un campo, aggiungere una riga sul foglio elettronico, ecc)

La barra di strumenti di eKit consente così di distinguere nettamente tra le funzioni utilizzabili da chi definisce un modulo per la raccolta di dati, rispetto a quelle utili a chi compila una specifica istanza di tale modulo. Allo stesso modo, eKit permette di isolare le funzioni necessarie a chi, invece, deve trattare i dati raccolti e aggregati di tutte le istanze dei singoli moduli. In questo modo ogni funzione è guidata garantendo uniformità e validità dei dati raccolti.

eKit è realizzato a sorgente aperto e distribuito con licenza GPL.

   

eKitConsuel

eKit counsel

"Chi non comprende il tuo silenzio probabilmente non capirà nemmeno le tue parole" (Elbert Hubbard)

arTravaj partecipa al progetto eKit counsel.

eKit counsel è una specializzazione di eKit di rapida adozione e facile utilizzo, ideata e realizzata per supportare la creazione e la gestione di sportelli di ascolto da parte di associazioni.

eKit counsel attraverso l’utilizzo di moduli predefiniti consente agli sportelli di ascolto di armonizzare ed ottimizzare la propria organizzazione e aiuta a sviluppare i propri interventi, semplificando e migliorando la definizione, la compilazione e la raccolta dei dati necessari alla costruzione di nuovi percorsi.

eKit counsel consente un più rapido avvio delle attività dello sportello di ascolto, focalizzando sui propri moduli di raccolta dati gli interventi formativi sul personale preposto.

eKit counsel migliora la qualità dei dati utilizzati dallo sportello – relativi agli utenti, al personale, al territorio ed alle attività – diminuendo i costi e i tempi necessari alla loro raccolta e trattamento.

eKit counsel contiene i moduli per il giornale di bordo, lo schedario utenti, la rubrica dei contatti, il calendario-agenda e altri utili strumenti.

Le procedure da seguire per compilare le istanze dei moduli – strutturate in istruzioni passo a passo – si acquisiscono durante la formazione iniziale e possono essere affinate successivamente, in base alle reali esigenze del personale preposto, attraverso video lezioni realizzate appositamente per l'autoformazione. Per utilizzare in modo personalizzato eKit counsel è possibile inoltre avvalersi di consulenze specifiche.

eKit counsel è realizzato a sorgente aperto e distribuito con licenza GPL.

   

eKitOrg

eKit org

"Qualsiasi idiota può superare una crisi; è la vita quotidiana che ti logora" (Anton Pavlovich Chekhov)

arTravaj partecipa al progetto eKit org.

eKit org è una specializzazione di eKit, di impiego immediato e semplice uso, utile all'automazione della gestione della vita interna delle associazioni.

eKit org, attraverso la proposta di moduli di dati predefiniti da compilare, consente alle associazioni di armonizzare ed ottimizzare la propria organizzazione e le proprie attività, semplificando e migliorando la definizione, la compilazione e la raccolta dei dati necessari.

eKit org consente uno svolgimento più agile e meno oneroso delle attività dell’associazione, focalizzando gli eventuali interventi formativi sugli associati principalmente sulle caratteristiche di eKit org stesso.

eKit org  migliora la qualità dei dati utilizzati dall'associazione – relativi agli associati, ai progetti ed alle attività – diminuendo i costi e i tempi necessari alla loro raccolta e trattamento.

cosa contiene eKit org?
eKit org contiene i moduli per il giornale di bordo, il libro soci, la cassa per la tesoreria, la rubrica dei contatti, i principali tipi di verbali per le assemblee e le comunicazioni, il calendario-agenda e altri utili strumenti.

Le procedure da seguire per compilare le istanze dei moduli – strutturate in istruzioni passo a passo – si acquisiscono durante la formazione iniziale e possono essere affinate successivamente, in base alle reali esigenze del personale preposto, attraverso video lezioni realizzate appositamente per l'autoformazione. Per utilizzare in modo personalizzato eKit org, è inoltre possibile avvalersi di consulenze specifiche.

eKit org è realizzato a sorgente aperto e distribuito con licenza GPL.

   

eKitBdt

eKit bdt

"C'è un solo modo di dimenticare il tempo: impiegarlo." (Charles Baudelaire)

arTravaj partecipa al progetto eKit bdt.

eKit bdt è una specializzazione di eKit di rapida adozione e facile utilizzo, ideata e realizzata per supportare la creazione e la gestione di banche del tempo da parte di associazioni.

eKit bdt attraverso l’utilizzo di moduli predefiniti consente alle banche del tempo di armonizzare ed ottimizzare la propria organizzazione e aiuta a sviluppare i propri interventi, semplificando e migliorando la definizione, la compilazione e la raccolta dei dati necessari alla gestione delle banche del tempo.

eKit bdt permette anche l'interscambio di informazioni tra diverse banche del tempo tramite l'utilizzo da parte di ogni singola banca del tempo partecipante all'interscambio di apposite caselle di posta associate a un sito internet che funge da contenitore/smistatore delle informazioni.

eKit bdt consente un più rapido avvio delle attività della banca del tempo, focalizzando sui propri moduli di raccolta dati gli interventi formativi sul personale preposto.

eKit bdt migliora la qualità dei dati utilizzati dalla banca del tempo – relativi agli utenti, al personale, al territorio ed alle attività – diminuendo i costi e i tempi necessari alla loro raccolta e trattamento.

eKit bdt contiene i moduli per il giornale di bordo, lo schedario utenti, la rubrica dei contatti, il calendario-agenda e altri utili strumenti.

Le procedure da seguire per compilare le istanze dei moduli – strutturate in istruzioni passo a passo – si acquisiscono durante la formazione iniziale e possono essere affinate successivamente, in base alle reali esigenze del personale preposto, attraverso video lezioni realizzate appositamente per l'autoformazione. Per utilizzare in modo personalizzato eKit bdt è possibile inoltre avvalersi di consulenze specifiche.

eKit bdt è realizzato a sorgente aperto e distribuito con licenza GPL.

   

eKitAps

eKit aps

"Può importarci poco degli uomini, ma abbiamo bisogno di un amico." (proverbio cinese)

arTravaj partecipa al progetto eKit aps.

eKit aps è una specializzazione di eKit di rapida adozione e facile utilizzo, ideata e realizzata per supportare le attività delle associazioni di promozione sociale.

eKit aps attraverso l’utilizzo di moduli predefiniti consente alle associazioni di promozione sociale di armonizzare ed ottimizzare la propria organizzazione e aiuta a sviluppare i propri interventi, semplificando e migliorando la definizione, la compilazione e la raccolta dei dati necessari alla costruzione di percorsi di promozione sociale.

eKit aps consente un più rapido avvio delle attività della associazione di promozione sociale, focalizzando sui propri moduli di raccolta dati gli interventi formativi sul personale preposto.

eKit aps migliora la qualità dei dati utilizzati dalla associazione di promozione sociale – relativi agli associati, al territorio ed alle attività – diminuendo i costi e i tempi necessari alla loro raccolta e trattamento.

eKit aps contiene i moduli per il giornale di bordo, lo schedario associati, la rubrica dei contatti, il calendario-agenda e altri utili strumenti.

Le procedure da seguire per compilare le istanze dei moduli – strutturate in istruzioni passo a passo – si acquisiscono durante la formazione iniziale e possono essere affinate successivamente, in base alle reali esigenze del personale preposto, attraverso video lezioni realizzate appositamente per l'autoformazione. Per utilizzare in modo personalizzato eKit aps è possibile inoltre avvalersi di consulenze specifiche.

eKit aps è realizzato a sorgente aperto e distribuito con licenza GPL.

   

eKitCoop

eKit coop

"Trovarsi insieme è un inizio, restare insieme un progresso…lavorare insieme un successo." (Henry Ford)

arTravaj partecipa al progetto eKit coop.

eKit coop è una specializzazione di eKit di rapida adozione e facile utilizzo, ideata e realizzata per supportare le attività delle piccole cooperative.

eKit coop attraverso l’utilizzo di moduli predefiniti consente alle piccole cooperative di armonizzare ed ottimizzare la propria organizzazione e aiuta a sviluppare i propri interventi, semplificando e migliorando la definizione, la compilazione e la raccolta dei dati necessari alla costruzione e consolidamento delle proprie attività.

eKit coop consente un più rapido avvio delle attività della piccola cooperativa, focalizzando sui propri moduli di raccolta dati gli interventi formativi sul personale preposto.

eKit coop migliora la qualità dei dati utilizzati dalla piccola cooperativa – relativi ai soci, al territorio ed alle attività – diminuendo i costi e i tempi necessari alla loro raccolta e trattamento.

eKit coop contiene i moduli per il giornale di bordo, lo schedario dei soci, la rubrica dei contatti, il calendario-agenda e altri utili strumenti.

Le procedure da seguire per compilare le istanze dei moduli – strutturate in istruzioni passo a passo – si acquisiscono durante la formazione iniziale e possono essere affinate successivamente, in base alle reali esigenze del personale preposto, attraverso video lezioni realizzate appositamente per l'autoformazione. Per utilizzare in modo personalizzato eKit coop è possibile inoltre avvalersi di consulenze specifiche.

eKit coop è realizzato a sorgente aperto e distribuito con licenza GPL.

   

eKitDiario

eKit diario

"Se dai a ognuno una fetta di torta, ne avrai ancora più di quanto te ne serva." (Jay Leno)

arTravaj partecipa al progetto eKit diario.

eKit diario è una specializzazione di eKit di rapida adozione e facile utilizzo, ideata e realizzata per supportare le attività delle persone facenti parte di un'associazione.

eKit diario attraverso l’utilizzo di moduli predefiniti consente agli associati di armonizzare ed ottimizzare la propria comunicazione e aiuta a sviluppare i propri interventi, semplificando e migliorando la definizione, la compilazione e la raccolta dei dati necessari alla diffusione di informazioni inerenti alla vita e ai progetti dell'associazione.

eKit diario consente un più rapido avvio delle attività della persona associata, focalizzando sui propri moduli di raccolta dati e sugli interventi formativi ad essi relativi molti dei necessari passi "burocratici" per vivere a pieno la propria vita associativa.

eKit diario migliora la qualità dei dati utilizzati dalla persona associata consentendole anche di poter annotare propri appunti e dati.

eKit diario permette anche alle persone con disabilità di fruire delle funzionalità del diario attraverso altri programmi (come Dasher) e strumenti di facilitazione specificatamente realizzati al proprio interno.

eKit diario contiene i moduli con gli estratti del giornale di bordo, la rubrica dei contatti, il calendario-agenda e altri utili strumenti.

Le procedure da seguire per compilare le istanze dei moduli – strutturate in istruzioni passo a passo – si acquisiscono durante la formazione iniziale e possono essere affinate successivamente, in base alle reali esigenze del personale preposto, attraverso video lezioni realizzate appositamente per l'autoformazione. Per utilizzare in modo personalizzato eKit diario è possibile inoltre avvalersi di consulenze specifiche.

eKit diario è realizzato a sorgente aperto e distribuito con licenza GPL.

   

pod

pod

"Ci troviamo continuamente di fronte a una serie di grandi opportunità brillantemente travestite da problemi insolubili." (J. W. Gardner)

arTravaj partecipa al progetto pod.

pod è un'app per la gestione delle squadre di società sportive. È un'app di rapida adozione e di facile utilizzo, ideata e realizzata per supportare le attività delle persone coinvolte in attività sportive.

pod consente di gestire allenamenti, convocazioni, incontri, ecc semplificando e migliorando la comunicazione tra le persone grazie alla centralizzazione in un'unica app di strumenti come la chat, la bacheca, la fruizione di documenti/video e altri strumenti ancora: in altre parole, tutti gli strumenti necessari alla diffusione e alla condivisione di informazioni in modo naturale, diretto, immediato, protetto, sicuro.

pod è fornito gratuitamente alle squadre nelle quali sono condotti progetti di inclusione per persone con disabilità: la messa a disposizione degli strumenti consente di accedere a servizi nel Cloud, servizi gestiti da un'associazione di volontari che li eroga grazie a un sistema informatico parte integrante del progetto pod.

pod è quindi un ambiente dove tutti concorrono al consentire alle persone disabili il vivere in gruppo l'esperienza sportiva: ciò avviene sviluppando nel contempo le proprie competenze e le proprie capacità di relazione in un ambiente monitorato dove eventuali episodi di bullismo sono immediatamente individuati e portati all'attenzione dei responsabili.

pod è rilasciata dapprima come app prototipale al fine di consentire la creazione di reti tra società, squadre, associazioni, famiglie, individui: queste reti possono proporre le realizzazioni future in modo partecipativo.

pod è fornito in comodato d'uso gratuito all'associazione di volontari che si occupa di erogare i servizi: l'erogazione di tali servizi è finanziata attraverso la raccolta di fondi nell'ambito della CSR di Aziende/Istituzioni/Enti/ecc, da donazioni liberali e da altre fonti (Fondazioni, fondi statali/comunitari, ONG, ecc).

Il radicale cambiamento in positivo consentito dall'introduzione di pod rende possibile unire le attività sportiva al relazionarsi e al comunicare: consentire a tutte le persone coinvolte di essere in contatto in un ambiente dove le degenerazioni e le violenze permesse da taluni strumenti mobile/web sono assenti è la soluzione con cui in futuro si proporrà l'estensione del progetto ad altri ambiti (turismo, scuola, ecc).

pod è realizzato a sorgente chiuso e distribuito con una particolare licenza onde evitarne lo sfruttamento a fini di profitto e/o di lucro.